Regolamento (CE) N.
510/2006 del Consiglio «Pistacchio verde di Bronte»
CE
N.: IT-PDO-0005-0305-07.08.2003 DOP ( X ) IGP ( )
La presente scheda
riepilogativa presenta a fini informativi gli elementi principali del
disciplinare.
1. Servizio competente dello Stato membro: Nome: Ministero delle
politiche agricole e forestali Indirizzo: Via XX Settembre n. 20 00187
Roma Italia Tel. +39 0646655104 +39 0646655104 Fax +39 0646655306
e-mail:
saco7@politicheagricole.gov.it
2. Associazione: Nome: Associazione Produttori Frutta Secca Sicilia
Orientale «Le Sciare» Indirizzo: Via Matrice, 15 95034 Bronte (CT) Italia
Tel. +39 095691373 +39 095691373 Fax — e-mail: — Composizione:
Produttori/trasformatori ( X ) altro ( ).
3 Tipo di prodotto:
Classe 1.6.: Ortofrutticoli e cereali allo
stato naturale o trasformati.
4.
Disciplinare
[sintesi
dei requisiti di cui all’articolo 4, paragrafo 2, del regolamento (CE) n.
510/2006]
4.1.
Nome
«Pistacchio Verde di Bronte»
4.2.
Descrizione
La D.O.P.
«Pistacchio Verde di Bronte» è riservata al prodotto, in guscio, sgusciato
o pelato, delle piante della specie botanica «Pistacia vera», cultivar
«Napoletana», chiamata anche «Bianca» o «Nostrale», innestata su «Pistacia
terebinthus». E' ammessa una percentuale non superiore al 5% di piante di
altre varietà e/o di porta innesti diversi dal P. terebinthus. Tale
percentuale è riferita all’insieme di tutte le piante presenti negli
impianti. In ogni caso il prodotto derivante dalle piante di altre varietà, non
appartenenti alla cultivar «Napoletana», sarà escluso dalla
certificazione. IT C 130/16 Gazzetta ufficiale dell’Unione europea
9.6.2009. Il «Pistacchio Verde di Bronte» DOP all'atto dell'immissione al consumo
deve rispondere, oltre alle comuni norme di qualità, alle seguenti
caratteristiche fisiche ed organolettiche: colore dei cotiledoni verde intenso; rapporto di clorofilla a/b compreso tra 1,3 e 1,5; sapore aromatico forte, senza inflessione di muffa o sapori estranei; contenuto di umidità compreso tra 4% e 6%; rapporto lunghezza/larghezza del gheriglio compreso tra 1,5 e 1,9; alto contenuto di grassi monoinsaturi nei frutti (presenza predominante
dell’acido oleico con il 72%, seguito dal 15% del linoleico e dal 10% del
palmitico).
4.3.
Zona geografica
La zona
di produzione del «Pistacchio Verde di Bronte», ricade nel territorio dei
comuni di Bronte, Adrano, Biancavilla in Provincia di Catania, ad un
livello altimetrico compreso tra i 400 e i 900 m s.l.m.
4.4.
Prova dell’origine Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per ognuna
gli input e gli output. In questo modo, e attraverso l’iscrizione in
appositi elenchi, gestiti dalla struttura di controllo, delle particelle
catastali sulle quali avviene la produzione, degli agricoltori e dei
condizionatori, nonché attraverso la denuncia alla struttura di controllo
dei quantitativi prodotti, è garantita la tracciabilità del prodotto. L’iscrizione nell’elenco dei produttori comporta l’assegnazione di un
codice di identificazione individuando univocamente il conduttore e il
pistacchieto associato allo stesso. Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi,
sono assoggettate al controllo da parte della struttura di controllo,
secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo
piano di controllo.
4.5.
Metodo di ottenimento: Nella preparazione dei terreni, deve essere previsto il livellamento delle
superfici, per facilitare il deflusso delle acque, le operazioni colturali
e le concimazioni di fondo. Gli impianti possono essere sia specializzati
che consociati. In abbinamento alle forme libere di allevamento delle piante «ceppaia»,
«vaso libero», è ammesso anche l'allevamento «monocaule», per agevolare la
raccolta e le operazioni colturali. Nel territorio i pistacchieti insistono su terreno lavico, con
limitatissimo strato arabile. Su tale tipo di substrato il terebinto (Pistacia
terebinthus) cresce spontaneo e costituisce il principale portinnesto
della specie «P. vera». Il portinnesto per nuovi impianti specializzati deve essere rappresentato
dal Pistacia terebinthus. Le operazioni di raccolta, in relazione alle zone di produzione e
all'andamento climatico, si svolgono dalla seconda decade di agosto alla
prima decade di ottobre. La raccolta avviene manualmente. Entro le 24 ore successive alla raccolta i frutti devono essere smallati
meccanicamente onde evitarne l’imbrunimento e l’eventuale contaminazione.
Successivamente il prodotto in guscio deve essere immediatamente essiccato
alla luce diretta o con altri sistemi d’essiccamento, mantenendo la
temperatura del prodotto compresa tra i 40 e i 50 °C, fino ad un’umidità
residua del seme di pistacchio compresa tra il 4 ed il 6%. Il prodotto essiccato deve essere messo in contenitori nuovi di juta,
carta o polietilene ed evitare il contatto con pavimenti o muri, in locali
ventilati ed asciutti. Lo stoccaggio può durare fino a 24 mesi dopo la
raccolta. E’ possibile sgusciare e/o pelare meccanicamente il pistacchio. E’ assolutamente vietato utilizzare prodotti chimici per la conservazione
del «Pistacchio Verde di Bronte» DOP.
4.6.
Legame La zona di produzione risulta caratterizzata da terreni di origine
vulcanica e da un clima mediterraneo subtropicale, semiasciutto, con
estati lunghe e siccitose, piovosità concentrata nel periodo autunnale ed
invernale e notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte. Questi fattori pedoclimatici insieme al terebinto (Pistacia terebinthus)
antropizzato in tale area, conferiscono al frutto particolari
caratteristiche di qualità (colore verde intenso tipico del territorio,
forma allungata, sapore aromatico e alto contenuto in acidi grassi
monoinsaturi dei frutti), difficilmente riscontrabili in altre aree di
produzione e nello stesso massiccio Etneo. Questa particolare combinazione
dei fattori pedologici e climatici e dei fattori umani contribuisce a
conferire al Pistacchio Verde di Bronte DOP caratteristiche peculiari tali
da rendere questa produzione unica nel suo genere. In Sicilia, la coltivazione del Pistacchio Verde di Bronte in forma
diffusa, si fa risalire al periodo della dominazione araba (VIII e IX
secolo d.C.). Quando l’Impero Romano si disintegrò sotto l’impatto delle
invasioni barbariche, la Sicilia fu conquistata dagli Arabi: Berberi della
Tunisia, Musulmani, Negri del Sudan che descrissero la Sicilia come «il
giardino del paradiso». Furono proprio gli Arabi a introdurre oltre alle
coltivazioni dei limoni, delle arance, della canna da zucchero, del
cotone, delle palme, del papiro, delle melanzane, quella del pistacchio.
Ancora oggi il Pistacchio Verde di Bronte caratterizza e tipicizza i dolci
siciliani ed in particolare quelli dell’area catanese. IT 9.6.2009
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 130/17.
4.7.
Organismo di controllo Nome: Corfilcarni-GCC Indirizzo: Polo universitario dell’Annunziata, 98168 Messina, ITALIA
Tel. +39 090353659 +39 090353659 - Fax +39 0903500098 - e-mail:
stefano.simonella@corfilcarni.it.
4.8.
Etichettatura Il prodotto viene immesso al consumo in imballaggi nuovi di diversa
tipologia conformi alla normativa vigente, entro due anni dalla raccolta. Il «Pistacchio Verde di Bronte» può essere immesso al consumo solo con il
logo della Denominazione d’Origine Protetta apposto su ogni confezione.
Deve figurare inoltre in caratteri chiari, indelebili e nettamente
distinguibili da ogni altra scritta, la denominazione «Pistacchio Verde di
Bronte». Debbono inoltre comparire gli elementi atti ad individuare nome, ragione
sociale, indirizzo del confezionatore, nonché l'eventuale nome delle
aziende da cui provengono i frutti, il peso lordo all'origine e l'anno di
produzione. È facoltativa l'indicazione della settimana di raccolta del prodotto. Il logo della D.O.P. è rappresentato dalla scritta Denominazione d’Origine
Protetta D.O.P., dalla sottostante raffigurazione del vulcano Etna, dal
frutto pistacchio e dalla sottostante scritta Pistacchio Verde di Bronte.
IT C 130/18 Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 9.6.2009.
DISCIPLINARE
Art. 1 - DENOMINAZIONE DEL PRODOTTO
La
DENOMINAZIONE D’ORIGINE PROTETTA “Pistacchio Verde di Bronte” è riservata
alle drupe di pistacchio che devono rispondere alle condizioni ed ai
requisiti stabiliti dal Reg. (CE) 510/2006 ed indicati nel presente
disciplinare di produzione.
Art. 2 - PIATTAFORMA VARIETALE La DENOMINAZIONE DI. ORIGINE PROTETTA “Pistacchio Verde di Bronte” è
riservata al prodotto, in guscio, sgusciato o pelato, delle piante della
specie botanica “Pistacia vera”, cultivar “Napoletana”, chiamata anche
“Bianca” o “Nostrale”, innestata su “Pistacia terebinthus”.
E’
ammessa una percentuale non superiore al 5% di piante di altre varietà e/o
di porta innesti diversi dal P. terebinthus. Tale percentuale è
riferita all’insieme di tutte le piante presenti negli impianti. In ogni
caso il prodotto derivante dalle piante di altre varietà, non appartenenti
alla cultivar “Napoletana”, sarà escluso dalla certificazione.
Art. 3 - ZONA DI PRODUZIONE La zona di produzione del “Pistacchio Verde di Bronte”, ricade nel
territorio dei comuni di Bronte, Adrano, Biancavilla (Provincia di
Catania). In particolare i confini sono cosi individuati: BRONTE - ad Ovest lungo il fiume Simeto, ad Est fino a quota 900 m
s.l.m., a Sud con il Comune di Adrano ed a Nord lungo la strada Bronte -
Cesarò; ADRANO - a Nord con il confine del Comune di Bronte, a Sud con il
centro abitato e la S.S. 121 ed a Est con la lava “Grande” del 1595 e con
il Comune di Biancavilla, ad Ovest lungo il fiume Simeto fino alla
summensionata S.S. 121; BIANCAVILLA - a Nord con il territorio di Adrano, a Sud con il centro
abitato e la S.S. 121, a Est con il confine comunale di S. M. Licodia, ad
Ovest con il confine del Comune di Adrano. La zona di produzione deve essere compresa tra i 400 e i 900 m s.l.m.
Art. 4 - ORIGINE DEL PRODOTTO, CENNI STORICI, IMPORTANZA, DIFFUSIONE
Origine del Prodotto Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando
per ognuna gli input e gli output. In questo modo, e attraverso
l’iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di controllo,
delle particelle catastali sulle quali avviene la produzione degli
agricoltori e dei condizionatori, nonché attraverso la denuncia alla
struttura di controllo dei quantitativi prodotti, è garantita la
tracciabilità del prodotto. L’iscrizione nell’elenco dei produttori
comporta l’assegnazione di un codice di identificazione individuando
univocamente il conduttore e il pistacchieto associato allo stesso. Tutte
le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, sono
assoggettate al controllo da parte della struttura di controllo, secondo
quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di
controllo.
Cenni storici, importanza, diffusione La coltura del pistacchio dalla Siria sarebbe passata in Grecia a
seguito delle conquiste di Alessandro Magno (III secolo a.C.). In Italia la pianta fu introdotta dai Romani sul finire dell’impero di
Tiberio - tra il 20 ed il 30 d.C. - ad opera di Lucio Vitellio Governatore
della Siria (Plinio “Naturalis Historia” Cap. X e XIII): In Sicilia, la
coltivazione in forma diffusa, si fa risalire al Periodo della dominazione
araba (VIII e IX secolo d.C.). Sono di origine araba i termini “frastuca” e
“frastucara” per indicare il frutto e la pianta
(termine arabo “fustuq”). La coltura in Sicilia è circoscritta alla
provincia di Catania (Bronte, Adrano e Biancavilla). Numerosi autori
riportano l’importanza storico-culturale ed economica della produzione del
Pistacchio verde di Bronte, citiamo ad esempio, Denis Mack Smith – “A
History of Sicily Medieval Sicily 964” - 1713. Quando l’Impero Romano si
disintegrò sotto l’impatto delle invasioni barbariche, la Sicilia fu
conquistata dagli Arabi. Tra gli invasori si trovavano Berberi della
Tunisia, Musulmani, Spagnoli e forse Negri del Sudan. Gli arabi descrivono
la Sicilia come “il giardino del paradiso “. Gli arabi in Sicilia,
in agricoltura, hanno introdotto la coltivazione dei limoni, delle arance,
della canna da zucchero, del cotone, delle palme, del papiro, delle
melanzane, del pistacchio, del melone... ecc., nonché l’attitudine
all’utilizzazione massimale delle acque e delle tecniche di coltivazione.
Ancora oggi il Pistacchio Verde di Bronte caratterizza e tipicizza i dolci
siciliani ed in particolare quelli dell’area catanese. Al riguardo si
ricordano il famoso gelato di Pistacchio Verde di Bronte, i torroncini,
nonché i pasticcini secchi a pasta di Pistacchio Verde di Bronte.
Legame con l’ambiente geografico La zona di produzione risulta caratterizzata da terreni di origine
vulcanica e da un clima mediterraneo subtropicale, semiasciutto, con
estati lunghe e siccitose, piovosità concentrata nel periodo autunnale ed
invernale e notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte. I terreni che si sono originati da formazioni laviche (andosuoli), aventi
buona fertilità e pH neutro, risultano idonei per lo sviluppo vegetativo
del pistacchio, cosi come i terreni limitrofi di natura autoctona. In
riferimento agli aspetti climatici, tipicamente mediterranei, la zona in
esame presenta escursioni termiche e precipitazioni con medie annuali più
elevate rispetto ad altre zone agricole della provincia etnea. Le peculiarità pedoclimatiche e la tecnica della degemmazione, praticata
nella zona di produzione, consentono di accentuare la naturale alternanza
della specie e di trarre vantaggi nella difesa fitosanitaria. Questi fattori pedoclimatici insieme al terebinto (Pistacia terebinthus)
antropizzato in tale area, conferiscono al frutto particolari
caratteristiche di qualità (colore verde intenso tipico del
territorio, forma allungata, sapore aromatico e alto contenuto di acidi
grassi monoinsaturi dei frutti), difficilmente riscontrabili in altre aree
di produzione e nello stesso massiccio Etneo, che differenziano il
“Pistacchio Verde di Bronte” DOP dagli altri pistacchi derivanti da altre
aree geografiche.
Art. 5 - TERRENI - IMPIANTI - TECNICHE COLTURALI - RACCOLTA -
LAVORAZIONE
Terreni La zona delimitata è caratterizzata da suoli che evolvono su
substrati di origine, vulcanica.
Preparazione dei terreni
Nei nuovi impianti, nella preparazione dei terreni, devono essere
previsti il livellamento delle superfici, per facilitare il deflusso delle
acque, le operazioni colturali e le concimazioni di fondo.
Impianti Gli impianti possono essere sia specializzati che consociati, con densità
di piantagione variabile in dipendenza della tipologia di impianto e della
natura del terreno. In abbinamento alle forme libere di allevamento delle
piante “ceppaia”, “vaso libero”, è ammesso anche l’allevamento “monocaule”,
per agevolare la raccolta e le operazioni colturali. Nel territorio i
pistacchieti insistono su terreno lavico, con limitatissimo strato
arabile. Su tale tipo di substrato il terebinto (Pistacia terebinthus)
cresce spontaneo e costituisce il principale portinnesto della specie
“P. vera”. Le piante di pistacchio ottenute da innesto su terebinto sono definite
“naturali”.
Norme colturali Le peculiarità pedoclimatiche e la tecnica della degemmazione,
praticata nella zona di produzione del “Pistacchio Verde di Bronte” DOP di
cui all’art. 3, consentono di accentuare la naturale alternanza della
specie e di trarre vantaggi nella difesa fitosanitaria.
Raccolta -Immagazzinamento e lavorazione Le operazioni di raccolta del prodotto al corretto grado di maturazione,
in relazione alle zone di produzione e all’andamento climatico, si
svolgono dalla seconda decade di agosto alla prima decade di ottobre. La raccolta avviene manualmente mediante bacchiatura sulle reti o per
brucatura, utilizzando panieri avendo cura di impedire che i frutti cadano
per terra. I frutti devono essere smallati meccanicamente, per ottenere il prodotto
in guscio, entro le 24 ore successive alla raccolta, onde evitarne
l’imbrunimento e l’eventuale contaminazione. Successivamente alla fase di smallatura, il prodotto in guscio deve essere
immediatamente essiccato alla luce diretta o con altri sistemi
d’essiccamento, mantenendo la temperatura del prodotto compresa tra i 40
ei 50°C, fino ad un’umidità residua del seme di pistacchio compresa tra il
4 ed il 6%, In questa fase, soprattutto nel sistema tradizionale alla luce
diretta, è alto il rischio di contaminazione del prodotto. Il prodotto essiccato deve essere messo in contenitori nuovi di juta,
carta o polietilene ed evitare il contatto con pavimenti o muri, in idonei
locali ventilati ed asciutti. Lo stoccaggio può durare fino a 24 mesi dopo la raccolta. E’ possibile sgusciare e/o pelare meccanicamente il pistacchio. E’ assolutamente vietato utilizzare prodotti chimici per la conservazione
del “Pistacchio Verde di Bronte” DOP. Nel periodo marzo-ottobre, in funzione dell’andamento climatico, il
prodotto nelle diverse tipologie, in guscio, sgusciato o pelato, deve
essere conservato a temperatura compresa tra 13 e 17°C, oppure in
confezioni sigillate sottovuoto o in atmosfera modificata.
Art. 6 - CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
Il “Pistacchio Verde di Bronte” DOP all’atto dell’immissione al
consumo deve rispondere, oltre alle comuni norme di qualità, alle seguenti
caratteristiche fisiche ed organolettiche: colore cotiledoni: verde intenso, rapporto di clorofilla a/b compreso
tra 1,3 e 1,5; sapore: aromatico forte, senza inflessione di muffa o sapori estranei;
contenuto di umidità compreso tra 4% e 6%;
rapporto lunghezza/larghezza del gheriglio compreso tra 1,5 e 1,9;
alto contenuto di grassi monoinsaturi nei frutti (presenza
predominante dell’acido oleico con il 72%, seguito dal 15% del linoleico e
dal 10% del palmitico).
Art. 7 - CONTROLLI E VIGILANZA Il controllo sulla conformità del prodotto al disciplinare è svolto da
una struttura di controllo, conformemente a quanto stabilito dagli
articoli 10 e 11 del Reg. (CE) n. 510/2006. Tale struttura è l’organismo
di controllo CORFILCARNI-GCC, Polo universitario dell’Annunziata, 98168
Messina, telefono 090353659, fax 0903500098, e-mail: stefano.simonella
corfilcarni.it.
Art. 8 - CONFEZIONAMENTO ED ETICHETTATURA
Il prodotto viene immesso al consumo in imballaggi nuovi di diversa
tipologia conformi alla normativa vigente, entro due anni dalla raccolta. Il “Pistacchio Verde di Bronte” può essere immesso al consumo solo con il
logo della DENOMINAZIONE D’ORIGINE PROTETTA figurante su ogni confezione
commerciale prima definita e confezionata nel rispetto delle norme
generali e metrologiche del commercio stesso. Sulle confezioni deve figurare, in caratteri chiari, indelebili e
nettamente distinguibili da ogni altra scritta, la denominazione
“Pistacchio Verde di Bronte”. Debbono inoltre comparire gli elementi atti ad individuare nome, ragione
sociale, indirizzo del confezionatore, nonché l’eventuale nome delle
aziende da cui provengono i frutti, il peso lordo all’origine e l’anno di
produzione. E’ facoltativa l’indicazione della settimana di raccolta del
prodotto. Il logo d’identificazione è rappresentato dalla dicitura DENOMINAZIONE
D’ORIGINE PROTETTA D.O.P., dalla sottostante raffigurazione del vulcano
Etna, dal pistacchio e dalla sottostante scritta Pistacchio Verde di
Bronte. Il logo d’identificazione è rappresentato dalla dicitura DENOMINAZIONE
D’ORIGINE PROTETTA D.O.P., dalla sottostante raffigurazione del vulcano
Etna, dal pistacchio e dalla sottostante scritta Pistacchio Verde di
Bronte.
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