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        La mela dell'Etna                          

 

A differenza dell’agricoltura isolana, caratterizzata dal una persistente utilizzazione colturale, i versanti coltivati dell’Etna sono stati soggetti a continue trasformazioni colturali correlate ai mutamenti delle condizioni politiche o economiche, alle crisi dei mercati o alle forti eruzioni che hanno modificato la morfologia del territorio.

Gli impenetrabili boschi che fino al ‘700 ricoprivano le falde dell’Etna, nell’arco di due secoli, a causa di massicci disboscamenti, sono scomparsi quasi del tutto per far posto alla vite, da tempo grande protagonista dell’agricoltura etnea, capace di fruttificare fino a quote di oltre i 1.400 m.slm.

A questa coltura si sono affiancati i frutteti, prevalentemente costituiti da meleti e pereti quasi sempre consociati, che dalla seconda metà del 1800 hanno colonizzato principalmente i versanti sud-ovest e nord-est dell’Etna fino ai 1.700 m slm.

La terra vulcanica ed il clima montano consentono di ottenere prodotti dai sapori e dagli aromi caratteristici, che si accentuano con l’aumentare dell’altitudine.

La spinta delle coltivazioni verso quote più alte di quelle abitate, ha creato nel corso dei secoli, un paesaggio agrario fortemente integrato nell’ambiente naturale che rappresenta uno degli esempi più significativi di tale genere in Sicilia.

Infatti sull’Etna coesistono armonicamente con il territorio vecchie case contadine (caseddi), masserie, palmenti, realizzati interamente in pietra lavica con copertura a coppi siciliani (canali), espressioni di un’architettura padronale ed austera.

 In tale contesto i meleti occupano una superficie di circa 600 ettari (in continua riduzione), ricadenti per quasi l'80% all'interno del Parco dell’Etna e spesso in regime di produzione biologica o integrata. Ciò caratterizza le mele dell'Etna per essere dei frutti sani ed estremamente saporiti, anche se di modeste dimensioni.

La sua diffusione nel territorio etneo è da mettere in relazione con la sua ampia adattabilità agli ambienti più freddi, ciò che ne consente la presenza lungo le pendici del vulcano a quote più elevate rispetto agli altri fruttiferi.
La sua presenza si riscontra più diffusamente nella fascia compresa tra 600 e
1.600 metri di altitudine. I comuni più interessati alla coltivazione sono Pedara, Nicolosi, Ragalna, Biancavilla, Adrano, sul versante sud-occidentale, e Zafferana, Milo e Sant'Alfio, su quello orientale.

Essendo una varietà autoctona dell'Etna, con elevato grado di rusticità, risulta resistente alla ticchiolatura (Venturia inaequalis) e alla carpocapsa (Cidya pomonella), il cosiddetto verme della mela (“giovannino”).

La tecnica di lavorazione prevalentemente avviene secondo metodi tradizionali, anche perché l'inclinazione dei terreni e la presenza di terrazzamenti e muri di contenimento, non consentono un generico utilizzo delle macchine agricole.

Melo Cola (Malus communis pumila) . Fino alla metà del ‘900 era la varietà di mele più importante dal punto di vista commerciale tra quelle presenti sull'Etna.

Il frutto è di forma sub cilindrica, con peduncolo corto, di media grossezza con buccia giallo crema, liscia, lucida e punteggiata; la polpa è bianca, farinosa, succosa, zuccherina, intensamente profumata e di sapore delicato, lievemente acidulo, con pezzatura media ha un medio di 110-130g.

La raccolta è manuale con frutti non completamente maturo a fine ottobre.
La commercializzazione, dopo maturazione in magazzino ( fruttaio ), avviene da novembre-dicembre fino ad aprile, previo calibratura manuale e sistemazione in cassette di legno proteggendo il frutto con striscioline di carta bianca.
I tradizionali locali di lavorazione, conservazione e stagionatura consistono in fabbricati rurali edificati a crudo con blocchi di pietra lavica di forma diversa collocati con maestria artigianale, le pareti non sono intonacate. Talvolta sprovvisti di pavimentazione oppure lastricato in pietra o selciato. Tetto in legno con copertura in coppo siciliano.

Melo Gelato. Il nome deriva dal particolare sapore profumato e fondente della polpa, paragonabile a quello del gelato o sorbetto. Il frutto ha polpa aromatica, caratterizzata spesso da aree livide vetrificate (puma addugghiati), che le conferiscono un gusto particolare che la rende ricercatissima dai consumatori.

Melo Gelato Cola (Malus communis pumila), derivato dall'incrocio tra cultivar Cola x cultivar Gelato, ha frutti di forma tronco-conica allungata, di colore verdolino alla raccolta che, con il tempo, diventa paglierino, con pezzatura media ha un medio di 130-150g, polpa zuccherina e aromatica, dal sapore delicato.
La stagione della raccolta va dalla prima metà di ottobre fino a novembre nei meleti che si trovano ad altitudini elevate (sopra i 1.400 metri ).
Il frutto viene raccolto non completamente maturo. La maturazione si completa in fruttaio tra novembre e dicembre.

Ai fini di tutelare la produzione delle mele dell'Etna era stata costituita una associazione di produttori, finalizzata all'ottenimento del riconoscimento della denominazione di origine protetta.

La complessa dislocazione dei territori interessati e le disuniformi caratteristiche del prodotto, hanno reso difficile fissare i necessari parametri per ottenere tale riconoscimento.

Melo Delizio (Stark delicious, rosso, e Golden delicious, giallo), nel corso degli ultimi anni si sono sempre più affermati, in sostituzione delle varietà autoctone, per soddisfare al meglio le richieste dei consumatori, orientati a frutti di maggiore pezzatura, ma anche per una maggiore capacità produttiva, specie nei terreni con più favorevoli condizioni pedologiche.

La Stark (Delizia) è la classica mela a 5 punte, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, con polpa finissima, dal sapore aromatico e dolce, dapprima croccante, poi fondente, farinosa a sovramaturazione.   

 

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