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Pupari (impresari,
manianti, parraturi),
che hanno operato in
provincia di Catania
(Nota
Bene)
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Patania Sebastiano |
Gestisce a San Giovanni La Punta, la più grossa azienda per la
fabbricazione di
pupi souvenir, la
F.A.C.S.
(Fabbrica artigianale
Costruzioni Souvenir).
Su richiesta
costruisce anche
pupi, ma non da rappresentazione. |
Pennisi Mariano |
(1867-1934), detto Nasca. E’
considerato da
alcuni il fondatore del
teatro dei
pupi di Acireale nel
1887 (ma Venerando
Gargano ne aveva aperto
già uno intorno al 1840).
Allievo di Giovanni
Grasso, è il padre
adottivo e maestro di
Emanuele Macrì, che
salva nel 1908 dalle
macerie del terremoto di
Messina.
Lavora nel suo teatro
Pennisi, in Via Alessi,
13, ad Acireale, aiutato dal figlio (adottivo). Eredita da Paolo Messina la
storia del
Guerrin Meschino. |
Pepe Gesualdo |
(1916-1989, detto
don Vavittu).
All’età di 6 anni
comincia a
frequentare il teatro di
don
Giuanni Russo,
divenendo ben presto
manovratore. A 20 anni
sposa la figlia di don
Giuanni Russo e poco dopo parte per il servizio militare.
Dopo il 1949 rilevò gran
parte del materiale del
teatro
Passanisi.
Continuatore dell’opera
del suocero, in
collaborazione con il
cognato Rocco, nel
teatro stabile
nella discesa
Verdumai. Nel 1978 la compagnia riceve il primo premio al 1°
Torneo dei Pupi
siciliani tenutosi ad
Aci Castello.
Il figlio Salvatore
(1936) fu allievo di
Giovanni Russo. Alla
morte del padre, fa
nascere nel 1990 la
nuova compagnia dei
pupi, gestita con
Eugenio Piazza e, per un
breve, anche con la
società Elitour. Nel
teatro che fu di don
Giovanni Russo, sono
esposti circa 100
pupi,
di tutte le dimensioni e
di diversi periodi
storici, numerosi
cartelli e molti
testi di scuola
catanese. |
Pulvirenti Salvatore
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(Acireale 1957). Nell'ambiente è noto come
Turi u puparu. Da
giovane frequenta
l'Opera dei Pupi di
don Emanuele Macrì;
quindi dopo la scomparsa
di questo, nel 1976 va
a bottega, dal
puparo Angelo
Cardello. Impara cosi
l'arte di costruire
un pupo e di cesellare
un'armatura. E’
vincitore di premi per
la costruzione di
pupi: nel 1978 un
secondo posto ad
Acicastello, nel 1979,
con il pupo
Bradamante, il primo
posto al teatro Biondo
di Palermo. Fornitore di
pupi a numerose
compagnie (Cooperativa
eredi E. Macrì, Puglisi,
Pepe, Di Caudo,
I Paladini di
Acireale), ha fondato
nel 2006 una propria
compagnia itinerante,
l'Associazione culturale
Teatro Opera dei Pupi.
Ha come
manianti Angelo e
Orazio Scalia, Giuseppe
Arcidiacono, Lucio
Brischetto e Gianfranco
Salonia. E’ l’unico ad
avere unito in un solo
pupo, privo di mantello, i due stili (il palermitano e il catanese),
dell'altezza
classica di 120 cm. I
suoi
pupi sono esposti in
numerosi musei della
Sicilia. Ha il suo
laboratorio ad Aci
Platani. |
Piazza Eugenio |
(Caltagirone, 1945). Ha
raccolto l’eredità di
don Giovanni Russo e di
Gesualdo Pepe e spende
il proprio impegno per
continuare la radicata
tradizione culturale
popolare siciliana e
“che non è secondo ad
altre importanti realtà
siciliane”. |
Rasura Francesco |
In attività a Catania nella seconda metà dell'Ottocento. Di lavoro faceva
il
cassiere municipale.
Don
Ciccio è da alcuni
ritenuto il creatore di
Gemma della Fiamma e
di
Erminio dalla Stella
d'Oro. Altre fonti
ne danno la possibile
paternità a Crimi.
Lavora come
paraturi con don Gregorio Grasso, al teatro Sicilia di Catania. |
Roccazzella
Carmelo |
E’ un imprenditore di ultima generazione ed è spinto da un grande amore
per i
pupi. Nel 1972 fonda
la sua Compagnia, usando
pupi da 80 cm.
costruiti da Biagio
Foti, Salvatore Faro e
Antonio Sapuppo. Dal
1976 lavora in coppia
con Amato Antonio. Nel
1978, ad Acicastello
ottengono il secondo
posto, nel
Torneo dei Pupi
Siciliani, in
presenza di importanti
compagnie di antichi
pupari.
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Russo Francesco
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Da bambino frequenta il teatro di don
Vito Cantone e quello di
don Gregorio Grasso.
Verso il 1925 frequenta
il teatro di don
Sebastiano Zappalà.
Fa teatro a Catania fino
al 1950. Intorno al 1950 acquista
i pupi di don Ninì
Calabrese e dà
spettacoli a Riposto e a Mascali, impegnando
maniaturi e
paraturi. |
Russo Giovanni |
(1890?-1948, don Giuanni).
Aveva il suo teatro a
Caltagirone (1918) nella
discesa di Via Verdumai,
4, e usava i
pupi costruiti da
Angelo Cardello. Il suo
era il Teatro più
elegante di tutta la
provincia di Catania.
Aveva come
paraturi un
catanese. Alla sua morte
il teatro passa a
Gesualdo Pepe.
Il
figlio
Rocco (1930?-1994?). Era scenografo e cartellonista, fino a qualche
anno prima di morire.
Nel teatro del padre,
dapprima collaborò con
il cognato Gesualdo Pepe
e poi col figlio di
questo Salvatore. Alcuni
dei suoi cartelli sono esposti
nello stesso teatro.
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Russo Sebastiano |
Don Bastiano u cassinaru.
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Salamanca Francesco |
(1944). Il padre Antonino
faceva
u pruituri, nella
compagnia dei fratelli
Napoli. All'età di 12
anni inizia a
frequentare l'ambiente
dell'Opra catanese e
a costruirsi i primi
pupi, usando la
lamiera dei barattoli
delle conserve. Oggi
costruisce, nel suo
laboratorio di
Mascalucia, non
solo i
pupi, ma anche tutto
l'occorrente. Oltre a
produrre
pupi souvenir
griffati, è fornitore
delle parti per gli
altri costruttori.
Francesco e il figlio
Emanuele, collaborati da
tutta la famiglia, hanno
realizzato nel 2005, i
65
pupi, alti 90 cm. di stile catanese, che oggi si trovano ad adornare
il salone del casinò
della nave
Costa Magi.
Il
fratello Salvatore è
conosciuto per aver
costruito un
pupo-robot, alto 220 cm. interamente meccanizzato e telecomandato a
distanza, che muove gli
arti, la testa, gli
occhi, la bocca, e va
avanti e indietro. Tale
pupo fu presentato
nel 1983 nella
trasmissione RAI,
Portobello condotta
da Enzo Tortora.
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Sanfilippo Vincenzo |
(1900-1950), artista puparo della prima metà del Novecento, con il suo
Teatro stabile
dell'Opera dei pupi a
Biancavilla (1935-1949),
è stato uno dei
promotori della cultura
popolare siciliana. La
sua passione esplode nel
1934 quando arrivò a
Biancavilla Milio
Musmeci. L’anno dopo,
insieme a Concetto
D’Agate aprirono un
teatro in Via Castro.
Nel 1950, alla sua
prematura morte i pupi
furono venduti dalla
moglie agli stessi
Milio e Concetto.
Il suo instancabile
impegno di puparo, la
sua collaborazione con
artisti importanti,
l'abilità
nell'improvvisare
sceneggiature sulla base
di un epos condiviso,
sono testimoniati dalla
valenza letteraria dei
suoi Canovacci, di ciò
troviamo testimonianza
nel libro
L’opera dei pupi nei canovacci dell’artista
Vincenzo Sanfilippo di Alfia Milazzo, Regione Sicilia, 2012. |
Sapienza Carmelo |
Dal 1875 al 1879 aveva un teatro in via Santa Caterina del Rosario 14
(oggi Via S. Maria al
Rosario) nel contempo
gestiva un teatro ad
Acireale. Nel 1883,
aveva il teatro in via
Fortino Vecchio (Via
Sacchero ?), dove il
giovane
Angelo Musco (1871-1937), in cambio dell'ingresso, aiutava a
preparare i pupi per lo
spettacolo. |
Sapuppo Antonio |
Di mestiere faceva il vigile urbano
a Catania, e per
passione
costruiva pupi
intorno al 1960. Una
serie completa di
pupi statici da 30
cm. è esposta presso il
bar
Ciminiere,in Viale
Africa. |
Sarpietro Francesco |
Cicciu u cucchiu.
Costruttore di pupi, in
particolare delle teste
lignee.
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Sgroi Biagio |
(1918-2003). Comincia a lavorare a Scordia nel teatro di Giovanni
Lanzafame in qualità di
maniaturi e di
paraturi dei
personaggi secondari.
Nel 1944 alla fine della
guerra, torna a Catania
dove
parla i pupi di don Nino Nicotra, dimostrando una formidabile
tecnica di
improvvisazione e di
sensibilità. Quindi
lavora nei teatri di
donna Nunziata
Insanguine e di
don Nino Insanguine.
Dal 1960 in poi ha
parlato i pupi dei
fratelli Napoli. |
Trombetta Raffaele |
(1858-1932). Svolgeva l’attività di orafo e nello stesso tempo
(1882-1898) parlava ai
pupi dei figli di don
Gaetano Crimi e a quelli
di Angelo Grasso al
Machiavelli. Sposato con
Clementina Crimi
(1864?-1906), ebbe 4
figli:
Giuseppina, Gaetano,
Sara e Agata. Nel
1899 inaugura il teatro
Dante, in via Zappala Gemelli 7 (Pescheria), che gestisce fino al
1914. Nel 1900 inventa e
mette in scena la storia
di
Uzeta il Catanese, ripresa in seguito da Sebastiano Zappalà, suo
allievo e collaboratore.
Nel 1912 sposa in
seconde nozze la vedova
di un
maniante,
Lucia Finocchiaro, madre di 4 figli (tra i quali Pasqualino Amico).
Al Trombetta va il
merito di avere ideato e
applicato la nichelatura
delle armature dei pupi.
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Trombetta Giuseppina |
(1892-1990) Figlia di don Raffaele
e
Clementina Crimi,
moglie di
Pasqualino Amico.
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Vasta Francesco |
(1855?-1935?, Cicciu). Considerato il migliore
cartellonista dell’Opira
‘i pupi, degli inizi
del 1900. Dei suoi
cartelli si trova
testimonianza anche a
Messina intorno al 1920.
Animò i pupi di don
Angelo Grasso nel teatro
Machiavelli (intorno
agli anni 1884-88). |
Vasto Salvatore
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Costruttore di pupi a Catania
nella prima meta del
Novecento. Fornitore di
Antonio Nicotra. |
Zappalà Salvatore |
Impresario a Giarre, gestisce un
Teatro Museo dei Pupi
Siciliani, in piazza
Alessi 8, presso la Pro
loco di Giarre, con
esposizione di pupi, di
cm. 60, di Salvatore Pulvirenti e spettacoli
domenicali, con la
collaborazione di Mario
Ariosto. |
Zappalà Sebastiano |
(1877-1953, don Bastiano).
Costruttore di pupi e
ramaiolo abilissimo,
ideatore di trucchi
scenici, pittore,
scenografo e grande
cartellonista. E’ attivo
a Catania, forse fino al
1935. Dopo avere
collaborato con don
Raffaele Trombetta, nel
1921 rileva dallo stesso
il teatro
Dante in via Zappalà
Gemelli
e lo ribattezza
Teatro Mazzini. Parlavano i pupi
da lui, prima lo
stesso Trombetta (dal
1923 al 1928) e poi
Pasqualino Amico con la
moglie Giuseppina
Trombetta. Fa teatro
anche a Riposto. Inventa
nuovi personaggi (il più
famoso è
Agolaccio). |
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Nota
Bene.
Parte delle
notizie sopra riportate, con modifiche e
integrazioni, sono state
tratte dal libro
"L'opera dei pupi in
Sicilia" di Gianni
Arcidiacono, Fondazione
Culturale "Salvatore
Sciascia", 2008.
Altre da: "Archivio per
la storia delle donne",
Volume 2, Di Adriana
Valerio, Auria Editore
s.a.s., 2005; "NOI
PUPARI" di Maria
Antonietta Maiuri, 2006;
Enciclopedia dei teatri
e degli spettacoli a
Catania nell'Ottocento
di Vincenzo Privitera,
Centro culturale
siciliano, 2001.
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